Il Salento e la tradizione di San Martino
1 Novembre 2021Giornate FAI di Primavera Sabato 26 e domenica 27 marzo 2022
24 Marzo 2022Magia della pietra bianca, tenera e dolce che disegna la fiaba del barocco leccese. Magia di quella pietra tanto tenera da poter essere lavorata con la pialla o, come si legge nelle cronache del Settecento, “etiandio col coltello“. Magia di una pietra che pulsa di colori e di vita, alla quale Gabriele Riccardi, Francesco Antonio e Giuseppe Zimbalo, Cesare Penna, Achille Carducci, Giuseppe Cino, geniali architetti e scultori, seppero dare esuberanza, grazia, fasto e armonia per trarne suggestive scenografie, popolate da figure di santi e di uomini, di puttini e animali, da colonne a torciglioni, da solenni, capricciosi baldacchini. In un racconto armonico che si tinge di favola e di mistero, di umana quotidianità e di antica spiritualità.
Una delle espressioni più ricche, addirittura emblematica di questa cultura è la chiesa di Santa Croce e l’annesso ex monastero dei Celestini. Il grande complesso edilizio, testimone di tanta parte della storia religiosa, civile e architettonica di Lecce e del Salento, mantiene intatto il suo antico splendore. Quella che fu la fastosa residenza dei Celestini, beniamini della famiglia reale angioina, è sede della Prefettura e della Provincia di Lecce.
Le origini del Palazzo sono incerte. Il riferimento più credibile può farsi risalire al 1549 quando i Padri Celestini diedero inizio alla costruzione della loro nuova chiesa, quella di S. Croce e all’annesso monastero. Ne affidarono la costruzione all’architetto leccese Gabriele Riccardi, dando inizio a quella che passerà alla storia come del Salento come la Basilica più celebre di Lecce, il monumento più rappresentativo dell’arte barocca.
Nel ‘600 i lavori proseguirono sotto la direzione di Giuseppe Zimbalo che operò sul primo livello del lungo prospetto principale. La realizzazione del secondo livello si deve, invece, a Giuseppe Cino, allievo dello Zimbalo. Nel 1807 l’ordine dei Celestini venne soppresso ed il Palazzo divenne sede dell’Intendenza di Terra d’Otranto.
Tra le decorazioni più interessanti ottocentesche vanno segnalate: il Gabinetto del Prefetto che conserva il soffitto affrescato con le allegorie delle province di Terra di Bari, di Taranto, di Lecce e di Brindisi.
La ricca decorazione visibile sulla facciata dell’attigua Basilica di Santa Croce è densa di simbolismo e di significato. Il migliore punto di osservazione è lo splendido e unico terrazzo del B&B I sei volti.